Conosci Riposto
STORIA E ORIGINI
La nostra storia
Nel 1750 Riposto era già un florido centro commerciale e l’abate Amico, nelle note alle Deche del Fazello, così scriveva “… est non longe a Mascalis repositorium, vulgi vocabulo riposto promptuariis sedibusque condendum accomodatis, cuius ingens fit quaestum ab inco – lis…”. Nel XVII secolo, dunque, i primi insediamenti nel sito dell’attuale Riposto diedero vita al primo nucleo abitativo che prese il nome di “pagliai” e molti fattori quali lo sviluppo della darsena, e immigrazioni dal messinese, giovarono a fortificare l’allora darsena di Mascali ; il nucleo abitativo cresceva col passare degli anni e ed a metà del 1700 si costituiva un altro nucleo abitativo e commerciale a sud del fiume Jungo ed attorno alla Casa Pasini, questo nucleo venne chiamato Scariceddu, cioè piccolo scalo. Nacque così, Riposto, quartiere della Contea di Mascali, cuore pulsante di attività agricolo-commerciali, e fucina di velieri e marinai rinomati nel Mediterraneo.
Nel XIX sec. il quartiere di Riposto, legò le sue sorti alle fortune Giarre, che rivendicando l’autonomia dalla contea di Mascali riuscì a diventare indipendente e nel 1841, finalmente, riuscì ad ottenere l’autonomia amministrativa ed a costituirsi come entità indipendente.
La fama di Riposto, intanto, cresceva col crescere dei commerci e dell’importanza del suo porto e della sua darsena e nella seconda metà del 1800 fino al II conflitto mondiale si affermava come punto di esportazione di importanza europea. Il resto è storia attuale, del resto basta camminare per le vie di Riposto per accorgersi delle glorie passate e delle aspettative future: tante, immense.


territorio
origini
La formazione fisica del territorio di Riposto è da farsi risalire a circa mezzo milione di anni addietro, quando apparvero le prime manifestazioni eruttive nel mar Jonio, al centro di un grande golfo preetneo. La lava riempì questa immensa insenatura e sovrapponendosi dopo migliaia di eruzioni fece sì che tutta la zona si sollevasse formando il massiccio etneo.
In corrispondenza del mare di Riposto vi è un abbassamento geologico analogo all’avvallamento della Valle del Bove, mentre a circa 1,5 miglia a est del molo foraneo, si trova un edificio vulcanico spento a tetto tronco, chiamato “Secca”.
Dall’esame delle coste ripostesi, coste basse e “ghiaiuse”, formate da materiale alluvionale, si può dedurre che esse appartengono ad un’epoca anteriore alla formazione della Valle del Bove, quindi al golfo preetneo di origine preistorica.
Oggi il territorio di Riposto è formato da una pianura alluvionale che inizia alle pendici dell’Etna e finisce in vicinanza di Torre Archirafi. Tutta la zona fu soggetta a periodici sismi, dovuti a movimenti d’innalzamento e di oscillazione non seguiti dalla costa; così si spiega il grande dislivello che vi è tra Leonardello e il torrente Mangano, (circa 55 metri di altezza e quasi un chilometro di lunghezza), e l’altro nella “timpa” della terra di Aci; nonché lo sprofondamento della <<Torre Archirafi>> e l’apparire e sparire nel tempo del “Chiancone”, materiale durissimo simile alla roccia e al cemento, di colore scuro che si trova nella battigia del lungomare ripostese E. Pantano.
Il sito della Riposto attuale ospitò forse il caricatoio di Kallipolis, la città fondata nel VII secolo a.C. dai calcidesi di Naxos, e dopo pochi secoli di vita distrutta da Ippocrate di Gela, le cui rovine ci vennero descritte da Strabone all’inizio dell’era cristiana. È pensabile che questo caricatoio seguì, nei periodi romano e bizantino, le vicende dell’antica Mascali.
È certo che a metà del secolo XII l’industria cantieristica siciliana era concentrata nel triangolo San Marco – Messina – Mascali, e che la città delle <<sette torri>> esportava dalla sua darsena, oltre i prodotti della terra, legname e pece per armare e manutenzionare i velieri.
Durante il periodo degli Angioini e degli Aragonesi, in seguito alle continue lotte di Mascali, lotte che culminarono con la sua sottomissione a Calatabiano nel 1356, l’arsenale incominciò a perdere il dinamismo raggiunto nel periodo normanno, fino a languire per circa trecento anni. Intorno al 1700 Riposto diventò un florido emporio commerciale della Contea di Mascali e nel 1750 lo storico siciliano Abate Amico nelle annotazioni alle <<Deche>> del Fazello scriveva: “…Est non longe a Mascalis repositorium, vulgi vocabulo riposto promptuariis sodibusque ad vinum condendum acconmodatis, cuius ingens fit, quaestum ab inco lis…”
Dal XVIII secolo ad oggi
Nel XVIII secolo gli insediamenti nel territorio dell’attuale Riposto divennero più fitti fino a dar vita alla formazione di un primitivo nucleo abitato che prese il nome di “pagliai”. Molteplici furono le cause di questa espansione demografica. I fattori che più influirono, in quel periodo e nei decenni successivi sulla crescita socio-economica della comunità furono indubbiamente questi:
1) Lo sviluppo della darsena di Mascali che sfruttava le risorse offerte dai boschi dell’Etna, e che era divenuta punto d’incontro dei mercanti che acquistavano legname, pece, materiale per imbarcazioni o velieri.
2) Le tragiche vicende di Messina (le ribellioni del 1646, 1674, 1678, la peste del 1743, le inondazioni del 1819 fino al terremoto del 1908) che alimentarono l’immigrazione messinese in provincia di Catania e fecero sorgere una “colonia mercantile” in Riposto attorno alla chiesetta della “Madonna della Lettera”. (L’effigie, portata dagli abitanti della natale Messina, dove si diceva esistesse una lettera scritta di pugno dalla Vergine Maria di Gerusalemme).
3) La costruzione nel 1751 di un forte a difesa del caricatoio e dei vigneti intorno a Riposto contro i pirati.
4) Lo splendore dei suoi cantieri navali che fino al 1900 furono i primi in Sicilia per numero di bastimenti a vela costruiti.
In seguito, un secondo nucleo del paese si formò a sud del torrente Jungo, attorno alla “Casa Pasini” costruita nel 1725, la cui cantina, nel 1868, fu ceduta per la costruzione della Chiesa del Carmine. Questo quartiere fu chiamato “Scaricello” cioè piccolo scalo, poiché il grande scalo era quello del quartiere del “Pagliai”.
Nacque così Riposto, quartiere della Contea di Mascali, al centro di un retroterra ricco di agrumi e vini, fecondato dall’attività agricolo-commerciale “…con ardimento e coraggio industre”, mentre i suoi velieri, costruiti, armati e comandati da Ripostesi, solcavano il Mediterraneo. In breve tempo questo sito, ove prima sorgevano solo magazzini-deposito, divenne una cittadina, “la più commerciale e doviziosa terra di Sicilia”, come scrisse L. Vigo nel 1836.
Già verso la fine del 1500, il territorio della vecchia Contea di Mascali era stato diviso in piccole proprietà dai vescovi di Catania, per renderlo produttivo; erano nati tredici borghi: Riposto, Torre Archirafi, Sant’Alfio, San Giovanni, Milo, Dagala, Macchia, San Matteo, San Leonardo, Santa Maria La Strada, Nunziata, Tagliaborsa, Giarre. Di questi, Giarre progredì, molto rapidamente tanto che il 28 febbraio 1823, da Vienna, il re stabiliva che i borghi di Macchia, San Matteo, Torre Archirafi, Riposto, San Leonardello, Dagala, Milo, San Giovanni, Sant’Alfio, Giarre formassero il territorio del comune autonomo di quest’ultimo, con una popolazione di 15611 abitanti.
Ben presto, forte del contributo che i suoi uomini davano al Regno, della grande espansione commerciale di Riposto, dello sviluppo del suo arsenale, dei suoi cento velieri che solcavano i mari, la “gente ripostese” concepì la speranza di ottenere l’autonomia da Giarre. I Giarresi ritraevano molti vantaggi finanziari dall’attività commerciale e marittima dei Ripostesi che, sentendosi sfruttati, incominciarono a lottare fino ad ottenere, il 17 Aprile 1841, da re Ferdinando II, l’autonomia amministrativa. Così il nuovo Comune nacque dall’unione dei quartieri di Riposto e Borgo la Torre. Passarono decenni di prosperità e di crescita socio-economica per Giarre e per Riposto, finché, per volere della gerarchia fascista ed in seguito ad interessamento del podestà giarrese Giuseppe Vasta Parisi e del ripostese On. Achille Arcidiacono, con R.D. del settembre 1939 nacque il comune di Jonia, dalla fusione appunto dei due centri vicini.
Quando la seconda guerra mondiale finì, si vide come essa aveva distrutto l’economia e la marina ripostese. Infatti i suoi armatori erano rovinati, molti dei suoi equipaggi completi degli ufficiali si trovarono in fondo al mare, la sua flotta distrutta, il cantiere navale in grave crisi, il porto ridotto ormai ad un cumulo di massi, l’unione con Giarre, imposta dall’alto, in frantumi. Solo la spiaggia, il vecchio Istituto Nautico e il ricordo rimanevano custodi della storia di Riposto.
Nel dopoguerra, alla ricerca di una rapida rinascita, Riposto nel 1946, chiese ed ottenne di essere separato amministrativamente da Giarre, tornando a formare il vecchio comune di Riposto. Tra alterne fortune, tra crisi e rinascita, Riposto continua la sua vita fino ai giorni nostri.